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al testo di Carlo Rossi
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Il vento di Roseto
Era splendido l’albeggiare di Roseto Sulle spiagge degli Achei Quando giungemmo dalla nostra pianura Paludosa e fredda. Il mare di Ulisse si vestiva di luce E tu eri figlia del Sole. Esprimevi una sfavillante Allegria.
Il cielo era benevolo e Ospitava il tuo corpo e ti sentivi Come in braccio a tua madre.
Il vento accompagnava In un dolce respiro Il nostro pensiero,
Passo dopo passo, Sulla riviera degli Achei, Rivolto al giorno Anche se di un sommesso festeggiare.
Entrammo in casa, Il colonnello e l’argentina Davanti al mare di Calypso, Racconti avvolti nella Roseto avita.
Non ci sono piu’ oggi solo le otto case Del tempo aulico dei Manera, Mentre tu, Elèna, incantata, dal tuo balcone Dicevi che in casa entra il mare di Ogigia.
Da questo balcone si vede il mondo E invoco cose ormai scomparse, immagino L’Argentina, E ringrazio in un canto, per il mio esistere, Oxalà il Cielo e Oduduà la Terra Iemanja l’acqua vitale.
E Iansà era benigno mentre guardavo le onde, Abbigliate da pecore, attraversare, Come dei bianchi ricami, una tavola azzurra, Deti Joné, davanti a me.
E ti vedevo eterna e felice compagna, Con Nanà, nel pianeta vivente. Raggi di un’unica luce. |
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